Quando pensiamo allo yoga ci viene subito alla mente l’immagine di un indiano a torso nudo e col sole in fronte che sta immobile in una strana posizione da contorsionista col volto in un ispirato atteggiamento meditativo. Questa immagine ci affascina, proviamo a imitarla ma non riusciamo a prendere quella posizione per noi impossibile, cerchiamo l’ispirazione per meditare ma il nostro volto esprime tutto meno che serenità, la tuta che indossiamo non s’intona per niente con l’abbigliamento indiano e, come se ciò non bastasse, guardando fuori della finestra vediamo che nevica! Così concludiamo che lo yoga non fa per noi, o che ci vorrebbe del tempo per impararlo: ma dove trovare tutto questo tempo?
Sfogliamo qualche testo classico e vediamo come viene definito lo yoga.
Secondo la Bhagavad-gita, il vangelo di Krsna rivelato più di duemila anni fa, lo yoga è equanimità: “Fermo in questa disciplina, fa quello che devi fare, senza permetterti di attaccarti a qualcosa, con animo uguale nel successo e nell’insuccesso.” (BG 2,48) Ma è altresì maestria nelle azioni: “Raccogli le tue energie e applicati all’alta disciplina che consiste nell’abile padronanza nel campo dell’azione.” (BG 2,50)
Secondo gli Yogasutra, aforismi sullo yoga scritti dal saggio Patanjali fra il V e il VI secolo d.C.: “Lo yoga è l’arresto delle funzioni mentali”. (YS 1,2) Quando la mente si ferma, abbiamo superato ogni identificazione della mente con il conosciuto, siamo stabili nella testimonianza di noi stessi, siamo liberati dal mondo del mentale, dell’ego e dei desideri.
Secondo la Siva-samhita, uno dei testi principali dello hatha yoga e compilata in epoca più recente, lo yoga è un metodo per l’affrancamento spirituale: “Il saggio che legge questo testo ottiene gradatamente, senza dubbio, il successo nello yoga; il saggio che sempre lo venera ottiene la beatitudine.” (SS 5,208) È anche una pratica che si adatta a ciascun individuo: “L’eccellente praticante deve esercitare lo yoga secondo le regole esposte. Chi si accontenta di ciò che ottiene spontaneamente, chi ha domato le passioni, anche se è un padre di famiglia, è completamente liberato grazie alla pratica dello yoga.” (SS 5,210)
Queste sono espressioni molto profonde ma purtroppo difficilmente comprensibili per la nostra mentalità. Quindi vediamo come interpretano lo yoga alcuni maestri contemporanei.
Secondo la Bihar School of Yoga fondata da Paramahansa Satyananda: “Lo yoga è oggi considerato una scienza completa. Come ogni altra scienza lo yoga dipende da ricerche, scoperte ed esperimenti oggettivi; non è necessario avere fede in esso.” Per quanto riguarda l’aspetto teorico: “Secondo il sistema yoga la personalità umana ha due dimensioni di esistenza, una che è impegnata esteriormente e l'altra che si evolve interiormente. Le pratiche di yoga mirano a fornire questa comprensione e questa conoscenza delle due dimensioni umane, poiché quando vi è l'integrazione di queste facoltà cambia l'espressione della vita e vi è una maggiore soddisfazione. Imparare a trattare con ogni aspetto della personalità umana ed esprimere il meglio, questo è lo scopo dello yoga.”
Lo yoga è quindi una terapia psicosomatica che si occupa del benessere sia fisico che mentale. E’ una scienza razionale formata da sistemi tecnici che calmano la mente turbolenta e che utilizzano l’energia fisica e mentale allo scopo di ottenere l’equilibrio, cioè di sviluppare una personalità integrata.
Marco
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