Nelle lezioni passate abbiamo praticato le posizioni e le respirazioni - asana e pranayama - con la massima attenzione; così facendo abbiamo vitalizzato il corpo e sensibilizzato la percezione. Inoltre con yoga nidra si sono rilassate le tensioni e si è acquietata la mente.
Così come abbiamo sperimentato che il rilassamento non è solamente un fatto fisico ma anche mentale, possiamo verificare che l’attenzione non è solo della mente ma di tutto il corpo; essa infatti è facilitata durante l’esecuzione delle asana e dei pranayama. Quindi la pratica fisica influisce sulla mente e, viceversa, lo stato mentale condiziona il corpo. Nella pratica yoga possiamo verificare quotidianamente come ogni aspetto influenzi tutti gli altri. Ciò che chiamiamo organi, sensazioni, emozioni, pensieri sono strettamente correlati, sono aspetti diversi di una stessa realtà: noi stessi.
Col passare del tempo non solo ci siamo mantenuti sani e abbiamo agito con più equilibrio ma ci accorgiamo anche che si è espansa la nostra percezione della realtà e la coscienza di noi stessi. Infatti questo stato continuo di maggiore rilassamento ha permesso alla consapevolezza di ampliarsi. Un corpo tranquillo e una mente calma possono armonizzarsi fino a generare uno stato di consapevolezza ampia e continua.
Abbiamo così fatto il primo passo del nostro percorso di sviluppo (sadhana); infatti, come ci insegna Sri Aurobindo: “Bisogna avere nella sadhana, una mente, una forza-di-vita e un corpo resistenti. Si deve, in special modo, fare tutto il possibile per rifiutare lo stato d'inerzia e per introdurre vigore e forza nelle strutture della natura.” Siamo quindi pronti per fare il secondo passo: “Essere attenti e vigilanti è tutto ciò che dovete fare - non permettere ai movimenti errati, ai vecchi sentimenti, oscurità e confusione di ritornare.” Ovverosia meditare.
Marco Viretti
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