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martedì 27 novembre 2012

Yoga e meditazione - 2


Con lo yoga o con altre tradizioni orientali si può apprezzare il profondo valore delle antiche pratiche di meditazione attraverso la propria esperienza personale. Ad esempio yoga nidra è particolarmente indicato per coloro che desiderano avvicinarsi alla meditazione tramite il rilassamento profondo e l’osservazione interiore. Per quelli che, invece, preferiscono un esercizio fatto di quiete e di attenzione, zazen costituisce la via maestra verso la meditazione.

Zazen è una specifica meditazione di consapevolezza che si pratica da seduti; essa è stata tramandata dalla tradizione del Buddismo Zen. Praticarla non è così difficile come può sembrare, infatti consiste di tre sole parti fondamentali: controllo della respirazione, controllo della postura e controllo della mente.

Quindi proviamo a meditare. Sediamoci per terra in una posizione comoda che possiamo mantenere rimanendo fermi per almeno un quarto d’ora... Meditiamo ascoltando il silenzio, e se non c’è silenzio ascoltiamo i rumori. Il silenzio è un suono... tutti i rumori sono dei suoni... Se abbiamo fame ascoltiamo la nostra pancia vuota, se invece abbiamo appena mangiato ascoltiamo i movimenti dello stomaco... Se invece siamo sazi e abbiamo digerito, se non ci sono rumori molesti e l’ambiente è confortevole allora ecco una sensazione di benessere: ascoltiamola, se cerchiamo di trattenerla abbiamo già interrotto la meditazione...

...Ascoltiamo e osserviamo fuori e dentro di noi. Ogni tanto un pensiero ci proietta nel futuro o nel passato. Quanto tempo devo ancora stare qui ferma? Dopo voglio bere una tisana e telefonare a... Ma perché mi sono messo a meditare? Era meglio se facevo una passeggiata, o un giro in bici... Allora ritorno qui, in questo momento, in questo luogo, alla mia postura, ora sono presente...Sono...

...Durante la meditazione la memoria ci porta una parola, un’immagine, una melodia, una sensazione, un’emozione: osserviamole e lasciamole scorrere come le sequenze di un film, prima o poi finisce... Non ci sono rumori o silenzio, ci sono solo dei suoni. Anche la mente è un suono sottile... giunge da lontano... non turba questo spazio...

Marco Viretti

venerdì 16 novembre 2012

Yoga e meditazione - 1



Nelle lezioni passate abbiamo praticato le posizioni e le respirazioni - asana e pranayama - con la massima attenzione; così facendo abbiamo vitalizzato il corpo e sensibilizzato la percezione. Inoltre con yoga nidra si sono rilassate le tensioni e si è acquietata la mente.

Così come abbiamo sperimentato che il rilassamento non è solamente un fatto fisico ma anche mentale, possiamo verificare che l’attenzione non è solo della mente ma di tutto il corpo; essa infatti è facilitata durante l’esecuzione delle asana e dei pranayama. Quindi la pratica fisica influisce sulla mente e, viceversa, lo stato mentale condiziona il corpo. Nella pratica yoga possiamo verificare quotidianamente come ogni aspetto influenzi tutti gli altri. Ciò che chiamiamo organi, sensazioni, emozioni, pensieri sono strettamente correlati, sono aspetti diversi di una stessa realtà: noi stessi.

Col passare del tempo non solo ci siamo mantenuti sani e abbiamo agito con più equilibrio ma ci accorgiamo anche che si è espansa la nostra percezione della realtà e la coscienza di noi stessi. Infatti questo stato continuo di maggiore rilassamento ha permesso alla consapevolezza di ampliarsi. Un corpo tranquillo e una mente calma possono armonizzarsi fino a generare uno stato di consapevolezza ampia e continua.

Abbiamo così fatto il primo passo del nostro percorso di sviluppo (sadhana); infatti, come ci insegna Sri Aurobindo: “Bisogna avere nella sadhana, una mente, una forza-di-vita e un corpo resistenti. Si deve, in special modo, fare tutto il possibile per rifiutare lo stato d'inerzia e per introdurre vigore e forza nelle strutture della natura.” Siamo quindi pronti per fare il secondo passo: “Essere attenti e vigilanti è tutto ciò che dovete fare - non permettere ai movimenti errati, ai vecchi sentimenti, oscurità e confusione di ritornare.” Ovverosia meditare.
 
Marco Viretti